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Giovedì, 11 Ottobre 2018 17:50

Pensione integrativa: di cosa si tratta e come funziona

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Orami è dal 2008 che il mondo dell’economia e quello del lavoro vivono un periodo di crisi.

Sono tanti i lavoratori che, negli ultimi 10 anni, hanno visto le loro certezze andare in fumo, così come sono tante le nuove leve che non riescono ad affermarsi in un universo in cui non c’è chiaramente spazio per loro.

La situazione è critica: le leggi pensionistiche continuano a cambiare e a modificare il rapporto tra anni di servizio e contributi allontanando sempre più lavoratori dal loro meritato riposo e, allo stesso tempo, abbiamo i nuovi arrivati che vedono sempre più lontana e inarrivabile la pensione.

In una situazione così complessa, come si può trovare la sicurezza economica ricercata per tutta la vita?

La soluzione è la pensione integrativa

In questo momento storico è chiaro che gli enti pensionistici (INPS, ENPAM e via dicendo) non siano in grado di dare garanzie concrete ai propri assistiti ed è per questo che sempre più italiani (3 su 10) decidono di affidarsi a un fondo pensione o a un Piano Individuale Pensionistico (PIP).

Prima di scendere in dettagli, vogliamo sfatare un mito: i piani di pensione integrativa non sono una fregatura, ma un modo saggio di garantirsi un futuro sereno che il nostro welfare non può più assicurarci.

Come funziona?

Sostanzialmente, la pensione integrativa è un ottimo modo per giocare d’anticipo e non ritrovarsi con pugno di mosche in mano quando si smetterà di lavorare e garantirsi un assegno pensionistico più alto rispetto a quello che sarebbe dovuto essere con la sola previdenza statale.

L’obiettivo della pensione integrativa è dunque uno: consentire al risparmiatore di avere una rendita mensile più alta per quando avrà smesso di lavorare.

I pro e i contro, a nostro avviso, dipendono molto dalla predisposizione personale dell’individuo.

Se preferisci toglierti qualche sfizio ora e goderti il momento perché si vive una volta sola, un piano di pensione integrativa potrebbe non interessarti.

Se, invece, sei più proiettato verso il futuro e vuoi garantirti un buon lifestyle anche dopo i tuoi anni lavorativi, puoi assolutamente pensare di attivarne uno.

Operazioni preliminari

Vediamo nel dettaglio cosa è opportuno fare per capire se un piano di pensione integrativa sia davvero adatto a te e alle tue esigenze:

1. Il primo step è verificare l’importo della contribuzione sul quale si fa affidamento e, quindi, indicativamente, la pensione di cui si potrà disporre in futuro. Farlo non complesso e ci si può affidare ai servizi INPS come l’Estratto Conto Integrato (ECI), il Calcolatore della Pensione e Simulatore della Pensione

2. Una volta calcolato il proprio gap previdenziale, ovvero la differenza tra lo stipendio mensile e la pensione prevista, sarà necessario fissare un obiettivo di rendita al proprio fondo pensione così da compensare la differenza

3. A questo punto bisognerà sarà individuare l’importo dello stipendio da destinare mensilmente al fondo o il TFR

4. Il lavoratore dovrà anche scegliere la linea di investimento (mercato azionario o obbligazionario) e valutare le variabili di lungo termine (esistono sistemi che consentono di verificare le scelte compiute attraverso un simulatore delle rendite del fondo)

5. Infine, si dovrà tenere conto della forma di liquidazione scelta; in questo caso l’erogazione sarà ripartita in uno specifico numero di anni

Quale fondo scegliere?

I fondi tra cui scegliere sono, in genere, di due tipi:

- Fondi aperti, ovvero quelli destinati a tutti, sia ai lavoratori dipendenti che autonomi

- Fondi chiusi, ovvero quelli legati al contratto collettivo in cui ogni settore ha il suo fondo

Esiste anche un terzo tipo di fondo, i così detti PIP, i Piani Individuali Pensionistici, ovvero un tipo di assicurazione con finalità pensionistiche basato sul TFR.

Conviene attivare una pensione integrativa?

La convenienza di questo tipo di prevenzione può essere facilmente calcolata.

Ipotizziamo di averlo sottoscritto uno di questi fondi nel 2008 e che la somma annua investita sia stata di 1.000 euro. Nel caso avessimo optato per un fondo aperto, la somma che avremo risparmiato fino ad ora sarà di 12.564 euro. Con i fondi chiusi la somma è di 14.123 euro, considerando anche il contributo dell'azienda. Nel caso non avessimo scelto nessuno dei fondi e avessimo lasciato i soldi del TFR aziendale, il nostro piccolo capitale, ora nel 2018, sarebbe di 11.057 euro, quindi il 13,6% in meno rispetto a un fondo aperto e il 27,7% in meno rispetto a un fondo chiuso.

Insomma, i costi sono relativamente bassi e il margine di ricavo è effettivamente vantaggioso.

In più, la situazione si fa interessante anche dal punto di vista dei contributi: tutti i contributi versati nel fondo pensione (aperto o chiuso) sono deducibili per un importo massimo annuo di 5.164,57 euro.

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Letto 2113 volte Ultima modifica il Giovedì, 11 Ottobre 2018 18:12

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